sabato 24 ottobre 2020

STEP#09

Gli inventori

Nella storia antica il 
solcometro era ignoto ed era in gran parte supplito dalla pratica e dall’occhio del pilota e del capitano. romani, nonostante le tecniche di navigazione evolute e la perizia dei marinai capaci di orientarsi in mare con i riferimenti astronomici, non furono in grado di definire una teoria capace di valutare con precisione la distanza di un percorso in mare. Per comprendere il sistema di misurazione in mare applicato in epoca romana sono utili i percorsi proposti dall’Itinerarium Maritimum che è una sezione dell’Itinerarium Provinciarum Antonini Augusti ovvero l’Itinerario delle Province dell’Imperatore Antonino, un’opera anonima di epoca imperiale romana. Purtroppo le distanze riportate in questo trattato non sono supportate da misurazioni di tipo fisico quali il solcometro e quindi l’unità di grandezza dell’Itinerarium Maritimum si basa soprattutto sulle esperienze dei marinai registrate nelle singole tratte con molte variabili, dovute alle stagioni, alle correnti, al tipo di imbarcazione, al carico e all’equipaggio. Con tutti questi calcoli precari l’unità di grandezza che veniva poi tramutato in miglia era la giornata di navigazione tradotta grosso modo in 700 stadi per una giornata diurna pari a 17 ore e di 1.000 stadi nelle 24 ore. Vale a dire 70 miglia nautiche in 17 ore e 100 miglia in 24 ore, per una velocità media di circa  4,1 nodi.

Bisogna aspettare Marco Vitruvio Pollionearchitetto e scrittore romano, nella seconda metà del I secolo a.C. per avere il primo meccanismo per la misurazione delle distanze in mare su due ruote a pale disposte a murata, collegate per mezzo di un asse. Con il movimento della nave, toccando l’acqua, le ruote mettevano in moto tre ruote dentate il cui compito era quello di far cadere, dopo un determinato numero di giri, delle piccole pietre in un vaso. A ogni numero preciso di pietra corrispondevano le miglia percorse. Il concetto di base è uguale a quello utilizzato nei solcometri moderni, solo che oggi vengono utilizzati dei sensori elettronici collegati ad una piccola ruota a pale. La differenza sostanziale tra i due strumenti sta nella loro posizione in acqua. La ruota a pale o elica moderna è immersa completamente nell’acqua e schermata per oltre la lunghezza del proprio raggio, mentre le pale vitruviane erano immerse solo parzialmente e non avevano schermi. Per questa ragione le pale vitruviane  in caso di mare mosso non funzionavano in modo corretto, perché troppo o troppo poco immerse. 

Successivamente, nel 1578, fu registrato un brevetto per un dispositivo che avrebbe misurato la velocità della nave contando i giri di una ruota montata sotto la linea di galleggiamento della nave, il solcometro. Avendo tempo, distanza e rotta si sarebbe potuto valutare la navigazione di altura con precisione. La velocità era infatti un dato fondamentale per poter effettuare la navigazione stimata Nel terzo quarto del XVI sec. furono pubblicati molti progetti di solcometri meccanici, ma non è certo che essi siano stati effettivamente realizzati.

L'invenzione del solcometro cade in quella definita come età delle scoperte, o età dell'esplorazione (Age of discovery) o età moderna (avente inizio approssimativamente dai primi anni del XV secolo fino alla fine del XVIII secolo), un termine definito per indicare il periodo della storia europea in cui un'ampia esplorazione oltreoceano è emersa come un potente fattore nella cultura europea dando inizio alla globalizzazione. Segna inoltre l'avvio di un periodo durante il quale si fece diffusa l'adozione in Europa del colonialismo e del mercantilismo come politiche nazionali. Molte terre precedentemente sconosciute agli europei furono scoperte durante questo periodo, sebbene la maggior parte fosse già abitata.

Note

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